Il cimitero militare polacco di Montecassino

22.01.2024

L'importanza di ricordare il sangue versato dai polacchi in Italia


Perché si trova un cimitero militare polacco a Montecassino?

Molte persone, rimanendo confuse in merito alla presenza di questo cimitero polacco, si pongono questa legittima domanda, ma cerchiamo di far un po' di chiarezza e spiegare il motivo della creazione di quest'ultima dimora per tanti soldati polacchi.

Veduta frontale del cimitero
Veduta frontale del cimitero

La linea Gustav e l'importanza strategica di Montecassino durante la Seconda Guerra Mondiale

Per comprendere al meglio il contesto storico bisogna sottolineare l'importante ruolo che ricoprì l'Abbazia di Montecassino durante la guerra, in particolare dopo l'armistizio italiano dell'8 settembre 1943. Neanche un mese dopo infatti, le truppe tedesche stabilirono la cosiddetta "Linea Gustav", una linea di difesa costruita dai nazisti per arrestare l'avanzata degli Alleati che erano diretti a Roma.

L'abbazia, che costituiva uno dei punti cardine dell'assetto difensivo tedesco, dominava la valle circostante e forniva un punto di osservazione strategico, essendo situata sulla cima di una collina. La sua posizione elevata offriva un vantaggio tattico, consentendo di controllare i movimenti delle truppe nemiche e di difendere efficacemente la zona sottostante; in effetti la presenza delle truppe tedesche a Montecassino rendeva difficile l'avanzata degli alleati lungo la strada principale verso Roma.

La conquista dell'abbazia rappresentava quindi un obiettivo cruciale per gli Alleati, poiché il controllo di Montecassino avrebbe aperto la strada per l'avanzata attraverso la Linea Gustav e consentito il progresso delle forze alleate in direzione di Roma.

L'Abbazia di Montecassino al giorno d'oggi
L'Abbazia di Montecassino al giorno d'oggi

L'Odissea dell'armata polacca: dai Gulag sovietici a Cassino

Gli eventi bellici videro in prima linea l'epica azione del 2° Corpo d'armata polacco. L'armata venne creata dopo l'aggressione della Germania nazista all'Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS) e in seguito alla stipulazione, nell'agosto del 1941, del patto polacco-sovietico firmato dal governo polacco in esilio a Londra, con a capo il generale Wladyslaw Sikorski. L'armata polacca nell'URSS fu composta dai cittadini polacchi che, dopo la spartizione della Polonia tra la Germania e l'URSS avvenuta nel settembre del 1939, si erano trovati nei campi di prigionia e nei lager sovietici, caduti prigionieri, arrestati o deportati da Stalin. Nello specifico, dopo l'unione con la Brigata autonoma «Fucilieri dei Carpazi», che dalla fine del 1941 combatteva in Africa settentrionale sotto il comando britannico.

La formazione del 2° Corpo d'armata era legata alle intenzioni degli alleati, ossia della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, di destinare l'unità ai combattimenti in Europa sul fronte italiano. Il Governo polacco in esilio condivise pienamente le intenzioni degli alleati, guardando all'Italia come la via più concreta per la liberazione della Polonia. Il 2° Corpo d'armata iniziò il suo per- corso di guerra in Italia nel febbraio del 1944, con gli scontri sul fiume Sangro, e nel maggio dello stesso anno partecipò alla cosiddetta quarta battaglia di Montecassino. Il 18 maggio 1944, dopo sanguinosi combattimenti, conquistò la posizione chiave della sovrastante Abbazia di Montecassino. Dal giugno 1944 il 2° Corpo d'armata fu coinvolto in operazioni militari sul tratto adriatico del fronte italiano e nell'ottobre sull'Appennino emiliano. Nei giorni 18 e 19 aprile 1945 ebbe luogo una battaglia particolarmente accanita sul fiume Gaiana, che vide la vittoria polacca sui tedeschi e che spinse definitivamente il comandante tedesco ad abbandonare Bologna.

Foto del generale dell'armata polacca Władysław Anders
Foto del generale dell'armata polacca Władysław Anders

La liberazione di Bologna concluse il percorso di guerra del 2° Corpo d'armata polacco nella campagna italiana degli anni 1944-1945, durato quattordici mesi. Nei combattimenti per la liberazione d'Italia persero la vita quasi 4.000 soldati polacchi. Il più noto tra i quattro cimiteri militari polacchi in Italia (Montecassino, Casamassima, Loreto e Bologna) è il Cimitero militare polacco di Montecassino, anche in virtù del legame che esso ha con la nota canzone polacca «Papaveri rossi su Montecassino». La sua costruzione fu avviata per l'iniziativa del comandante del 2° Corpo d'armata polacco, generale Wladyslaw Anders subito dopo la fine dei combattimenti nel 1944 e fu portata a termine nel 1946, ma la sua consacrazione avvenne già il 1° settembre 1945 durante una cerimonia multiconfessionale celebrata secondo il rito cattolico ortodosso, evangelico ed ebraico, a cui parteciparono rappresentanti del governo polacco in esilio e del comando degli eserciti alleati. Il cimitero si trova sulla sella piatta nota come «La Valle della Morte» tra l'abbazia e il colle 593 e custodisce le salme di 1.066 soldati caduti nella battaglia di Montecassino. Qui riposano anche le spoglie del Generale Wladyslaw Anders, comandante del 2° Corpo, morto a Londra e seppellito a Montecassino il 23 maggio 1970. Su Montecassino i soldati del 2° Corpo d'armata hanno segnato momenti eroici e di grande umanità e orgoglio. 

Conclusioni finali

I soldati polacchi contribuirono così alla liberazione nazifascista dell'Italia, credendo fortemente nei valori della libertà e della democrazia, sperando a loro volta in un futuro più roseo per la loro amata Polonia. Ma loro, quella stessa libertà, non ebbero mai la possibilità di apprezzarla fino in fondo. Non è un riferimento rivolto soltanto ai caduti in battaglia, ma anche a tutti quei soldati che, tornati in Polonia dopo la guerra, vissero i restanti anni della loro vita sotto l'oppressione del regime comunista. 

Bisogna infatti ricordare che al termine del conflitto gran parte del paese finì sotto l'influenza sovietica ed il governo polacco in esilio, che aveva continuato a esistere durante la guerra, ebbe limitate possibilità di influire sul futuro del paese. La Polonia occupata dai sovietici privò della cittadinanza lo stesso Generale Anders dal 26 settembre 1946, assieme ad altri 75 ufficiali dell'esercito, perché non accettarono la cessione all'Unione Sovietica di tutta la Polonia orientale e furono così costretti all'esilio dalla loro madre patria.

Foto scattata presso il vicino Museo Memoriale del Secondo Corpo d'armata polacco
Foto scattata presso il vicino Museo Memoriale del Secondo Corpo d'armata polacco

Fonti principali:

- https://documenti.camera.it/leg19/pdl/pdf/leg.19.pdl.camera.1172.19PDL0038510.pdf

- https://www.iccd.beniculturali.it/it/150/archivio-news/5003/la-grande-storia-dall-alto_-15-marzo-1944-battaglia-di-cassino

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